Rischio trombofilico
- Mutazione in omozigosi del gene MTHFR C677T (T/T) che codifica per una metilen-
tetraidrofolato-reduttasi, enzima coinvolto nella trasformazione del 5-10-metilen-
tetraidrofolato in 5-metiltetraidrofolato, un donatore di metili necessario per la
rimetilazione dell’omocisteina a metionina, mediante il coenzima vitamina B12. La
presenza dell’allele mutato in doppia copia comporta una riduzione dell’attività
enzimatica, un aumento nel sangue dell’omocisteina, considerata fattore di rischio per
malattia vascolare (trombosi arteriosa), e un maggior rischio di sindrome trombofilica
per deficit di funzionalità enzimatica. E’ opportuno monitorare nel tempo l’omocisteina e
l’acido folico e, in caso di iperomocisteinemia o di riduzione di folati, si consiglia
l’assunzione di acido folico.
- Omozigosi (4G/4G) del gene PAI (Inibitore dell’attivatore del plasminogeno). L’allele
4G, comportando un aumento di trascrizione del gene e quindi dei livelli di PAI-1.
circolanti, è associato a maggior rischio trombotico, sia di tipo arterioso (infarto
miocardico e malattia coronarica) che venoso (tromboembolismo), specie nei soggetti
fumatori ed ipertesi. In generale, il livello plasmatico del PAI tende ad aumentare dopo
un intervento chirurgico determinando uno stato di possibile ipercoagulabilità post-
operatoria. In particolare, il bilanciamento tra gli attivatori del plasminogeno ed il loro
inibitore svolgerebbe un ruolo di primo piano nella formazione del trombo arterioso
dopo la rottura di una placca ateromatosa. Elevati livelli di PAI-1 sono anche osservati
in corso di sindrome plurimetabolica, in associazione con l’ipertensione arteriosa,
l’obesità, l’insulino-resistenza, gli elevati livelli di trigliceridi e le basse concentrazioni di
lipoproteine HDL.
tetraidrofolato-reduttasi, enzima coinvolto nella trasformazione del 5-10-metilen-
tetraidrofolato in 5-metiltetraidrofolato, un donatore di metili necessario per la
rimetilazione dell’omocisteina a metionina, mediante il coenzima vitamina B12. La
presenza dell’allele mutato in doppia copia comporta una riduzione dell’attività
enzimatica, un aumento nel sangue dell’omocisteina, considerata fattore di rischio per
malattia vascolare (trombosi arteriosa), e un maggior rischio di sindrome trombofilica
per deficit di funzionalità enzimatica. E’ opportuno monitorare nel tempo l’omocisteina e
l’acido folico e, in caso di iperomocisteinemia o di riduzione di folati, si consiglia
l’assunzione di acido folico.
- Omozigosi (4G/4G) del gene PAI (Inibitore dell’attivatore del plasminogeno). L’allele
4G, comportando un aumento di trascrizione del gene e quindi dei livelli di PAI-1.
circolanti, è associato a maggior rischio trombotico, sia di tipo arterioso (infarto
miocardico e malattia coronarica) che venoso (tromboembolismo), specie nei soggetti
fumatori ed ipertesi. In generale, il livello plasmatico del PAI tende ad aumentare dopo
un intervento chirurgico determinando uno stato di possibile ipercoagulabilità post-
operatoria. In particolare, il bilanciamento tra gli attivatori del plasminogeno ed il loro
inibitore svolgerebbe un ruolo di primo piano nella formazione del trombo arterioso
dopo la rottura di una placca ateromatosa. Elevati livelli di PAI-1 sono anche osservati
in corso di sindrome plurimetabolica, in associazione con l’ipertensione arteriosa,
l’obesità, l’insulino-resistenza, gli elevati livelli di trigliceridi e le basse concentrazioni di
lipoproteine HDL.
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